Accendevamo una luce in vetrina

Accendevamo una luce in vetrina
LA SITUAZIONE DEL COMMERCIO NELLE BOTTEGHE STORICHE DI ROMA DALLA GUERRA AI NOSTRI GIORNI
Accendevamo una luce in vetrina – Da un’idea di Alessandro Grammaroli
Se è vero che dai nostri errori passati dobbiamo partire per costruire il nostro presente, è altrettanto vero che dalle conquiste dei nostri padri dovremmo trarre i fondamenti per tracciare le linee guida del nostro futuro prossimo.

Quegli stessi padri e quegli stessi nonni, 70 anni fa, lottavano per fare della nostra povera patria martoriata e ancora sanguinante un’Italia libera, ma lottavano altrettanto duramente per mantenere vive le proprie radici, le proprie famiglie, le proprie attività. Identità individuali e collettive, politiche, commerciali, rincorse e sofferte ma che contribuirono a rendere solidi e stabili i valori ed i principi della rinascita politica, culturale ed economica del nostro secondo dopoguerra.

Da queste riflessioni nasce il proposito di conoscere ed approfondire il percorso storico attraversato dai titolari di alcune attività commerciali, in funzione a Roma fin da prima della guerra, durante il periodo dell’occupazione nazista, fino alla Liberazione e, in certi casi, ancora oggi ; il rapporto che la popolazione romana riusciva pur nelle estreme difficoltà, ad instaurare con le poche botteghe rimaste attive o, comunque, nei luoghi dove si poteva fare mercato; la possibilità di sopravvivenza di attività che rappresentavano l’unico sostegno economico per interi gruppi familiari; le condizioni in cui si sono trovate le attività commerciali costrette a chiudere i battenti a seguito della emanazione delle leggi razziali, sono aspetti che ci raccontano quanto si fossero modificate le condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione, ma, nello stesso tempo, ci mostrano l’intraprendenza e il coraggio di coloro che, pur tra ostacoli e impedimenti di ogni genere, riuscirono a mantenere vitali le loro attività imprenditoriali.

Attraverso la voce di chi ne ha avuto esperienza diretta o di chi ne ha ascoltato il racconto, ripercorreremo le tappe che hanno caratterizzato la vicenda di note e meno note famiglie romane che esercitavano attività commerciali, inserendole nel quadro storico di quegli anni, anche allo scopo di rintracciare eventuali analogie e/o differenze tra l’attuale periodo di crisi economica e quello legato agli accadimenti bellici. Avventuroso, coraggioso, ardito e, talvolta, spericolato: questo è il ritratto dell’imprenditore del dopoguerra che abituato alla recessione, all’autarchia ed alle restrizioni del regime non temeva le rinunce ed osava ancora accendere una luce in vetrina per attirare il cliente, rimanendo magari in casa al buio. Timoroso, dubbioso, perplesso, quasi sempre sfiduciato: questo è invece l’imprenditore del 2013 che è costretto a spegnere le sue insegne, con conseguenze dannose per la sua immagine e per la sua clientela.

Le botteghe storiche costituiscono un importante elemento di memoria, di preziosa testimonianza di cultura, di tradizione, di radicamento nel tessuto urbano e nel vissuto quotidiano dei cittadini: per questo la storia delle nostre imprese commerciali deve essere conservata e trasmessa poiché esse costituiscono un insieme di tasselli in grado di ricostruire una grande storia della quale tanti bottegai romani sono i preziosi custodi.

Introduzione di Claudio Franchi Coordinamento di Claudio Fano Interventi di Alessandro Grammaroli Giulio Anticoli: presidente associazione botteghe storiche Roma Famiglia Accettella: titolari del Teatro delle marionette Guglielmo Del Fattore: titolare dell’Hotel dei Cesari Coordinamento organizzativo di Fiorella Leone presentazione_grammaroli

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